Dracula Untold
Chi era Vlad III di Valacchia, conosciuto presso gli ottomani come Kaziglu Bey, il Principe Impalatore? Nato nel1431 inTransylvania e ceduto dal padre in ostaggio, insieme al fratello minore, al sultano Murad II, che li tenne prigionieri per sei anni a Costantinopoli addestrandoli alla guerra, divenne uno spietato conquistatore il cui metodo di tortura favorito era impalare i nemici, lasciandoli agonizzare per giorni: da questo deriva il suo soprannome postumo Vlad l’Impalatore. Conquistatore che prese il nome di Dracul (in lingua romena significa “demone-drago”) in quanto il padre Vlad II – al quale succedette, dopo la scomparsa, governando la Valacchia dal 1448 alla sua morte, nel 1476 – apparteneva all’Ordine del Drago, società segreta di cavalieri cristiani che combatteva i musulmani dell’impero ottomano. Per questo, una volta entrato a far parte anch’egli dell’Ordine, si fece chiamare dai suoi uomini Dracula (ovvero “figlio del demone-Drago”). Il Michael De Luca che è tra gli artefici, appunto, di Dracula untold, primo lungometraggio diretto da Gary Shore, visualist in campo pubblicitario e con alle spalle soltanto short, ambientato nella Transilvania del 1462. Fino a quando il sultano Mehmed Secondo, interpretato dal Dominic Cooper di Need for speed, pretende che mille giovani della Valacchia, tra cui Ingeras alias Art Parkinson, figlio dell’uomo, vengano strappati alle famiglie per essere arruolati a forza nel proprio esercito; costringendo il principe a decidere se consegnargli il ragazzo od ottenere l’aiuto di un mostro per sconfiggere i turchi, condannando la sua anima ad una esistenza di servitù. Si potrebbe quasi pensare ad una estensione a lungometraggio del breve prologo che aprì nel 1992 Dracula di Bram Stoker, ma, dal momento in cui il sovrano, stretto un patto faustiano con un demone dai connotati di Charles”Il trono di spade”Dance, si ritrova in possesso di capacità soprannaturali e tormentato da una insaziabile sete di sangue umano alla quale deve resistere per tre giorni se intende tornare ad essere se stesso, è evidente il distacco anche dal romanticheggiante lavoro di Francis Ford Coppola. Spettacolarità a suon di scontri con la spada, stormi di pipistrelli-vampiri in digitale e, ovviamente, corpi impalati, al fine di concretizzare il tipico prodotto di celluloide indirizzato al giovane pubblico dei videogamer d’inizio terzo millennio. Quindi, con il Luke Evans della trilogia Lo Hobbit nel ruolo del protagonista e il Dominic Cooper de La leggenda del cacciatore di vampiri (tanto per rimanere in tema) in quello del suo temibile avversario, assistiamo alla storia di colui che la Settima arte ha sempre provveduto a mostrare soltanto come succhiasangue in forma umana caratterizzato da lunghi e affilati canini da affondare nella giugulare di povere sventurate. Piacerà soprattutto al pubblico dei giovani che preferiscono trascorrere il tempo con il joypad tra le mani anziché dinanzi al grande schermo delle sale cinematografiche.
Voto: 8.5