Illusion: A Tale of the Mind
Il viaggio nella propria mente è forse una delle premesse più allettanti per la storia di un videogioco. Ricordi, fantasie e realtà che si mescolano nell’inconscio in un misto di verità e dimensione onirica.
Un universo dentro di noi che può letteralmente farci perdere nei suoi meandri infiniti. Vestiremo i panni di Emma che si risveglia in una grotta incatenata e senza la possibilità di muoversi. Al momento non sa esattamente chi sia e perché si trovi in quel luogo angusto.
A darci una mano accorrerà Topsy, ovvero un coniglio di peluche che vola e ci libera immediatamente. Il che ha un qualcosa di familiare. I due scappano anche se non sanno darsi risposte e si ritrovano in una Parigi dei primi del Novecento.
Tutto però è diverso dal solito e sembra che la gravità sia improvvisamente assente, con vicoli a spirale e fantasmi a popolare le strade della città.
I due si ritrovano così nella mente di qualcun altro e nella sua strana visione del mondo. Da questo punto comincia questo puzzle adventure molto peculiare con una Parigi come setting durante la Prima Guerra Mondiale e atmosfere circensi.
Uno stile molto c aratteristico anche dal punto di vista grafico con una trama che mantiene sempre alto il grado di curiosità.
Dovremo raccogliere memorie e pensieri in modo da poter ricostruire la storia e il nostro passato. Una volta che il quadro sarà completo saremo in grado di salvare anche Emma intrappolata nel suo destino.
Gli ambienti sono pieni di dettagli e quindi dovremo esplorarli a fondo. Gli indizi saranno comunque facili da reperire, grazie alla presenza di fondali pastello che fanno risaltare gli oggetti più importanti in maniera immediata.
Gli enigmi sono principalmente basati sulla ricostruzione di immagini con puzzle, giramenti di frammenti e così via. Belli anche i giochi di prospettiva in due e in tre dimensioni.
Le illusioni ottiche completano questo quadro onirico così come i vari labirinti.
Frima Studio ha davvero svolto un ottimo lavoro e il gioco ha stile da vendere. Il comparto grafico è quello di un indie naturalmente ma qui parliamo di sensazioni e di emozioni che con la grafica hanno molto poco a che fare. Gradevole l’accento francese del doppiaggio.
Una buona idea che rappresenta come per fare un gioco interessante non siano sempre necessari comparti grafici da tripla A.
Voto: 7