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Eador Masters of the Broken World

L’universo di Eador è formato da infiniti frammenti di mondi che galleggiano nel grande nulla. Ogni frammento è differente per popolazione e geografia. Soprattutto, i frammenti non sono in contatto tra di loro e vagano solitari, ignari di ciò che li circonda. Almeno così credono, perché in realtà ci sono delle potenti entità, i Master, che si contendono il loro controllo. Il giocatore è chiamato appunto a interpretare il ruolo di una di queste super creature che deve cercare di unificare i frammenti in un’unica massa di terra. Chi ci riuscirà diventerà il signore dell’universo. Eador. Masters of the Broken World è il remake di uno strategico russo pubblicato nel 2009 Eador: Genesis. Mai come in questa occasione la parola remake non è usata a caso, visto che si tratta, almeno in single player, dello stesso identico gioco, con le stesse meccaniche di esplorazione e di combattimento, soltanto con una grafica migliore. Eador. Masters of the Broken World è uno strategico a turni in cui bisogna cercare di conquistare delle masse di terra per creare un mondo unico più grande. Il gioco parte con un mondo/tutorial che serve a illustrare tutte le meccaniche in modo chiarissimo. All’inizio di ogni mondo il Master deve selezionare un eroe da mandare in battaglia e fornirlo di un esercito. L’eroe può appartenere a quattro classi differenti: Guerriero, Comandante, Mago e Ranger, ognuna con le sue abilità e ognuna con le sue specializzazioni, che vanno selezionate dopo averlo fatto crescere di un tot di livelli. Ad esempio il guerriero è un’unità molto forte che tenderà a sviluppare le sue capacità di combattimento, mentre il comandante è pensato come unità di supporto per tutte le altre unità amiche sul campo di battaglia. Volendo, nel corso di una partita sarà possibile guidare più eroi (basterà assoldarli pagando), cosa che si renderà necessaria appena ci si troverà su mondi più complessi rispetto a quelli base e si dovranno affrontare dei Master contendenti. Il gameplay è diviso in fasi distinte. C’è una fase esplorativa, che consiste nel conquistare ed esplorare i singoli territori. C’è una fase gestionale, in cui bisogna costruire edifici nella capitale per ottenere nuove truppe da assoldare, nuove magie per gli eroi e tutta una serie di altri bonus che hanno un’enorme importanza nello svolgersi della partita. Infine, c’è la fase del combattimento vero e proprio in cui le truppe vengono schierate sul campo di battaglia, diviso a scacchiera, e devono darsi delle sane mazzate. Eador. Masters of the Broken World è un titolo complesso nel suo svolgimento e richiede un’accurata pianificazione delle proprie mosse, se non si vuole essere spazzati via immediatamente. All’inizio le risorse sono poche e bisogna conquistare nuovi territori per aumentarle. Per risorse intendiamo: le monete d’oro, necessarie per acquistare nuove unità per l’esercito dell’eroe, per costruire infrastrutture, per acquistare equipaggiamento nei negozi e così via; e i cristalli magici, utili per realizzare rituali e generalmente legati a tutto ciò che è magia. Purtroppo conquistare un territorio non basta: se si vuole trarne il massimo in termini di risorse, bisogna prima esplorarlo il più possibile. Esplorare un territorio è un’operazione lunga che impegna un eroe per un intero turno. Farlo permette di scoprire luoghi segreti, dove solitamente si possono affrontare nemici più o meno forti per ottenere oggetti e soldi, e di allargare l’area abitabile per la popolazione, facendola così crescere e prosperare. Esplorando al massimo un territorio si ottengono delle risorse bonus, che non fanno mai male. Più territori si conquisteranno, più sarà probabile dover affrontare degli eventi casuali che richiederanno il nostro intervento indiretto. Ad esempio capita di dover reprimere delle rivolte nel sangue, oppure bisogna scegliere se sacrificare o meno parte della popolazione a dei potenti nemici e così via. Solitamente questi eventi si risolvono spendendo soldi o cristalli e, soprattutto quando si hanno poche risorse, sono una grossa scocciatura, perché un risultato negativo fa diminuire la felicità della popolazione locale che diventa più propensa alla ribellione. La fase di combattimento è quella più chiara: schierate le truppe sul campo, bisogna cercare di sconfiggere i nemici senza farsi travolgere. Solitamente i combattimenti richiedono una grossa pianificazione, soprattutto ai livelli di difficoltà più alti, dove le vittorie scontate sono poche e rare (in caso di netta superiorità da parte nostra, si può premere un tasto per far calcolare l’esito dello scontro alla CPU). Che i nemici siano un esercito guidato da un Master della CPU, o dei mostri trovati esplorando qualche territorio, bisognerà sempre posizionare le proprie truppe nella parte sinistra del campo di battaglia, quindi muoverle a turno con l’avversario. Ovviamente si dispone di diversi tipi di unità, tutte capaci di crescere di livello accumulando vittorie. Senza stare a citarle tutte, diciamo che sono divisibili in tre macro categorie: unità da combattimento corpo a corpo, unità a lunga gittata e unità magiche, con tutte le varianti del caso. Il primo tipo è solitamente il più resistente, ma deve arrivare addosso al nemico per poterlo attaccare, mentre gli altri due tipi sono più fragili, ma possono mantenersi a una certa distanza lanciando dardi o saette. Ovviamente non manca l’eroe, che rappresenta il vero fulcro della nostra strategia. Ogni classe cambia infatti moltissimo il modo di affrontare le battaglie, con ad esempio il comandante più adatto a un ruolo passivo, o il mago che può contare sugli incantesimi per produrre effetti vari e così via. Solitamente è chiaro sin dalla descrizione delle forze in campo se si ha qualche possibilità di vittoria, con l’eroe che si prodigherà nel farci notare il possibile risultato dello scontro con un apposito commento (in verde ottimista, in rosso pessimista). Alcuni nemici speciali, come i vampiri o i draghi, sono delle macchine da guerra implacabili e vanno affrontati solo da eroi di alto livello con a disposizione un esercito completo. Fare altrimenti comporta lo sterminio delle truppe e la morte dell’eroe, che di suo può essere resuscitato nella capitale (le truppe vanno necessariamente riassoldate).Se tutto quanto scritto finora di Eador. Masters of the Broken World è perfettamente adattabile anche a Eador: Genesis, vediamo ora quelle che sono le vere novità del titolo, ossia la grafica rinnovata e il multiplayer. Sulla prima c’è poco da dire: rispetto a Genesis, piuttosto rozzo, questo è piacevole da guardare nel suo coloratissimo 3D. Certo, le animazioni sono pochine, ma si tratta comunque di una pecca da poco per un titolo che ha ben altre carte da giocare.  Se si riesce a provare online, Eador. Masters of the Broken World offre veramente moltissime ore di gioco e una profondità difficilmente trovabile altrove. Se siete appassionati del genere, dategli una possibilità.

 

Voto: 9

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