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Lucy

“Se gli esseri umani utilizzassero la propria mente al 100% sarebbero capaci di miracoli al di là di ogni immaginazione”. Questo è l’assunto di partenza del film di Besson. La giovane Lucy una sempre bella e brava Scarlett Johansson che riesce ad alternare una scatenata emotività ad una glaciale indifferenza viene incastrata da alcuni malviventi e obbligata a consegnare una valigetta al misterioso Mr. Jang il coreano Choi Min-sik che tutti conosciamo per il suo ruolo in Old Boy, capace di donare una spietata follia al suo personaggio. La merce da contrabbandare è una nuova droga sperimentale, che la giovane donna viene obbligata a trasportare nascondendola all’interno del proprio stomaco. Alla rottura del sacchetto che porta dentro di sé, la giovane inizia ad assorbire la sostanza, aumentando a dismisura le proprie capacità fisiche e mentali ma risultando sempre più distaccata dalla propria umanità. Cercherà dunque l’aiuto del professor Norman (Morgan Freeman), esperto di evoluzione, e del poliziotto francese Del Rio (Amr Waked) per riuscire a sfuggire alla spietata caccia di Jang… e prendersi la sua vendetta. I supereroi hanno invaso i nostri schermi da diversi anni ed ecco che anche l’Europa comincia a confrontarsi sempre di più con questo genere. Anche Luc Besson, da capace produttore, decide di cimentarsi con personaggi dotati di superpoteri, con la storia di una riluttante eroina che porterà l’evoluzione umana al gradino successivo. Luc Besson ritorna al genere d’azione con una personale visione del concetto di superpotere. Nonostante una regia sempre attenta e le scene d’azione ben capaci di intrattenere (i fan del regista troveranno anche forti echi di Léon nella sparatoria finale) Lucy non convince proprio su uno degli usuali cavalli di battaglia del regista: il fronte narrativo. L’ago della bilancia della carriera del regista francese, se dobbiamo pensare solo alla qualità, pende difatti molto di più dal lato della scrittura, viste le oltre quaranta sceneggiature da lui scritte contro i “soli” quindici film diretti. Ma tra buchi narrativi più o meno grandi, personaggi tagliati con l’accetta (l’unica ad avere un minimo di profondità è la protagonista, ma giusto in una singola scena) e un finale che lascia alquanto perplessi, Lucy non riesce a soddisfare le aspettative, entrando nella sempre più cospicua lista delle pellicole relativamente “sbagliate” dal regista francese.

Voto: 7

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