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The Last Guardian


Come Godot finalmente l’attesissimo The Last Guardian, dopo mille paure di rimandi e cancellazioni, è riuscito finalmente a vedere la luce
Possiamo subito affermare con certezza che tutta questa attesa è stata ripagata da un prodotto finale emozionante e commovente come pochi ce ne sono in giro.

Il gioco rifugge dalle dinamiche tipiche da titoli a tripla A e punta tutto quindi su una storia di amicizia profonda e sulle emozioni che da troppo tempo vengono tenute a latere nella produzione di videogames.
I difetti legati alla telecamera e al framerate a volte troppo basso passano certamente in secondo piano rispetto alla qualità che il titolo in esclusiva per Playstation 4 sa regalare ai propri utenti.

Per chi non lo sapesse The Last Guardian è la terza fatica in ordine cronologico del genio nipponico Fumito Ueda, ossia colui il quale ha dato vita a ICO e Shadow of the Colossus, anch’essi due titoli molto profondi ed emozionanti.
Giochi basati sulle idee e sulla potenza delle immagini più che sulla potenza dell’hardware e dei poligoni. E certamente va benissimo così.

La storia vede un ragazzino che si risveglia in un luogo che non conosce completamente coperto di tatuaggi. Vicino a lui c’è una grossa creatura pelosa dalle sembianze di un roditore gigante che si chiama Trico. Gli abitanti del villaggio lo hanno descritto da sempre come una creatura infida, pericolosa e mangiatrice di uomini ma il ragazzo decide di fidarsi e quindi cura le ferite della creatura e lo libera dalla pesante catena.
Le atmosfere inizialmente assomigliano molto al capolavoro di ICO in cui due giovani che non parlano neppure la stessa lingua sono costretti a fidarsi l’uno dell’altro per poter sopravvivere.

I due così si fidano allo stesso modo l’uno dell’altro e assieme tentano di fuggire da quel luogo in rovina. Dovremo quindi di volta in volta superare degli enigmi semplici o complessi utilizzando le specificità di ognuno. La collaborazione sarà quindi la chiave vincente per avere successo.
La comunicazione è uno dei primi ostacoli dato che Trico naturalmente non è in grado di parlare. Dovremo insegnargli i nostri gesti per fargli capire esattamente quello che vogliamo per questo processo serviranno svariati tentativi.
Dal punto di vista del gameplay il gioco mescola sapientemente quindi elementi da platform con altri da esplorazione pura . Trico dovrà anche affrontare delle guardie magiche e quindi ci proteggerà da svariati attacchi. Il tutto in un crescendo di amicizia che durerà fino al finale sttrappalacrime.

Lo zampino di Ueda è riconoscibile non solo dal punto di vista del gameplay ma anche del comparto grafico e artistico. Una direzione artistica molto ispirata che ha dato vita a pura poesia in movimento. Ottimo anche il motore di gioco che regala una fisica pressochè perfetta per tutti gli oggetti a schermo. Le piccole cose fanno davvero la differenza come le sfumature sul manto di Trico o ancora la polvere che si alza ad ogni nostra azione. Anche le animazioni dei personaggi sono davvero pregevoli.
Menzione anche alla splendida colonna sonora, sempre molto maestosa e poetica in ogni circostanza.

Insomma The Last Guardian è un’autentica gemma che andrebbe provata da ogni giocatore degno di questo nome.

Voto: 9

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