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Borderlands 2

L’apertura della cripta ha sconvolto gli equilibri, su Pandora. Dopo che i quattro cacciatori hanno sventato la minaccia aliena, la conformazione geologica del pianeta è mutata profondamente, e nelle profondità della terra sono emerse intere vene di Iridium, un prezioso minerale che fa molta gola alle spietate multinazionali. Pioniera dell’estrazione di Iridium è la ben nota Hyperion Corporation, rappresentata dall’allucinato Jack il Bello: un maniaco egocentrico incline alle più schifose bassezze, tronfio e pieno di sé. Trivellando l’intera superficie di Pandora, Jack ha messo a serio rischio la stabilità del pianeta, tanto che si è formata una strenua resistenza per tentare di sovvertire la sua supremazia economica, politica e militare. Non bastasse la tensione ai massimi livelli, si vocifera che su Pandora si nasconda una seconda cripta, la cui apertura potrebbe scatenare nuove catastrofi o generare immense ricchezze. Sul pianeta si precipitano quindi quattro nuovi cacciatori, subito osteggiati dal borioso Jack, che diventa un nemico naturale per i protagonisti. L’incipit della storia è tutto qui: si viene catapultati nel bel mezzo di una lotta fra la resistenza e l’Hyperion, e si prendono le parti della fazione più simpatica. La trama di Borderlands 2 non aspira a vincere il riconoscimento per il miglior racconto videoludico degli ultimi anni, e si limita a procedere in maniera abbastanza lineare, tirando fuori difficoltà e imprevisti di ogni genere pur di prolungare l’esperienza di gioco. Ma quello che conta, in Borderlands 2, non è certo l’intreccio. Piuttosto, a compiacere è la sceneggiatura sempre esagerata, che si manifesta in linee di dialogo davvero eccezionali. Lasciandosi spesso andare al turpiloquio più crudo, mettendo in scena situazioni surreali, e facendo leva persino sull’effetto nostalgia (quando si incontrano protagonisti e comprimari del vecchio capitolo), il racconto procede spigliatamente, sollazzando il giocatore e stimolando spesso grasse risate. Borderlands 2 rimane fedele al canone delineato dal suo predecessore. Si presenta quindi come uno sparattutto in prima persona, caratterizzato da ritmi accesi e saldamente intrecciato ad un impianto ruolistico ben costruito. In Borderlands 2, sostanzialmente, si spara a qualsiasi cosa si muova: strani animalacci che popolano le sempre desolate lande di Pandora, predoni e robot senzienti. Tutti cadono sotto i colpi martellanti delle nostre armi, in un tripudio di proiettili, granate, esplosioni. Questo approccio molto diretto, che propone un’azione sempre compulsiva e senza tempi morti, si sposa con una struttura Open World -straripante di quest principali e secondarie- e con la crescita graduale del personaggio, selezionato all’inizio dell’avventura fra una rosa di quattro.Le classi disponibili non sono le stesse del primo capitolo: tornano in verità la Sirena ed il Commando, ma appaiono integralmente ridisegnati, affiancati stavolta dagli inediti Assassino e Gunzerker. La scelta della classe determina l’approccio che il giocatore dovrà tenere nel corso di tutta l’avventura, e risulta quindi un momento fondamentale per godere appieno del titolo 2K. Bisogna anzitutto entrare in sintonia con i personaggi, che anche a livello stilistico mostrano un carattere abbastanza deciso. Pur non essendo una scelta da fare a cuor leggero, in ogni caso, è inutile sentirsi troppo oppressi, dal momento che -lo anticipiamo- Borderlands 2 incentiva il giocatore ad affrontare diversi Playthrough, ripetendo un’avventura che non stanca mai, ed anzi stimolando la creazione di più personaggi. Ogni classe, comunque, viene caratterizzata dalla sua abilità principale, che può essere utilizzata ad intervalli regolari (dopo il classico Cooldown) e potenziata di livello in livello, sbloccando con i punti assegnati le abilità di tre diversi Skill Tree. Il set di classi soddisfa in ogni caso tutte le tipologie di giocatore, e la possibilità di effettuare il “respec” pagando una cifra generalmente abbordabile permette non solo di sperimentare le varie possibilità, ma anche di costruire il proprio personaggio a seconda delle necessità della squadra. Il focus sul multiplayer cooperativo, infatti, è palese in questo secondo episodio, che inserisce il multi Drop-In/Drop-Out per rendere più comoda e immediata la formazione dei Party. Sarà possibile anche giocare in Split Screen e connettersi ugualmente alla rete, per trovare un’altra coppia di giocatori online senza dimenticarsi il sano vecchio multiplayer “casalingo”. Giocando in co-op il divertimento si moltiplica. E lo sappiamo bene che sembra una di quelle “frasi di circostanza” che si leggono in tutte le review di titoli che puntano sull’online, ma Borderlands 2 è davvero un caso speciale. L’atmosfera goliardica che accompagna tutte le scorribande, la possibilità di sfidarsi in accesi uno contro uno nei tempi morti (mentre qualcuno esamina i cataloghi di un vendor, ad esempio), e l’incredibile facilità con cui si combinano le abilità di tutti i personaggi, rendono le partite sempre esplosive: staccarsi dal titolo 2K non è facile, e siamo sicuri che Borderlands 2 monopolizzerà per molto tempo le vostre console. Come abbiamo già anticipato, è la struttura da GDR che rende Borderlands un franchise davvero unico. E non si tratta soltanto di Level Up e Side Quest, ma di un sistema preciso che arriva a “contaminare” le meccaniche di gioco. Ogni colpo andato a segno è infatti intrecciato con un sistema di danni, effetti elementali e statistiche che si concretizza nella pioggia di numeri che segnalano l’incisività dei proiettili. L’operazione blastatoria non è quindi solo massacro indiscriminato, prontezza di riflessi e strafe laterale. Una buona mobilità è ovviamente necessaria, ma ritmo e reattività, nella danza flessuosa delle dita sulle leve analogiche, sono la base da cui partire, incrementando progressivamente il proprio arsenale. Letteralmente assurdo il numero di armi che si possono recuperare sul campo: ognuna ha le sue precise caratteristiche: danno, rateo di fuoco, precisione e zoom. Scegliere con attenzione le quattro armi che possono essere richiamate rapidamente con il D-Pad, è fondamentale per definire il proprio stile e la versatilità del protagonista. Una mitraglietta automatica rapidissima dovrebbe possibilmente alternarsi ad un letale fucile da cecchino o ad uno shotgun, soprattutto se una delle armi spara proiettili ardenti o acidi: basterebbe un nemico resistente al fuoco o ai danni corrosivi per renderla un giocattolino inutile. Ogni volta che un avversario ucciso lascia cadere un oggetto, ogni volta che si apre una cassa per controllare il “loot”, è opportuno spulciare attentamente tutte le caratteristiche del nuovo equip, analizzando anche tempi di ricarica e funzionalità speciali (tornano ad esempio le armi olografiche, che invece di essere ricaricate vengono scagliate come granate contro gli avversari, prima che un nuovo esemplare si materializzi fra le nostre mani). Chiunque abbia provato il primo Borderlands sa bene quali siano le soddisfazioni che un tale sistema può regalare: impeccabile e preciso, garantisce una profondità con pochi precedenti, ed una altrettanto esemplare varietà. Ma quello che più impressiona, in Borderlands 2, è il numero di quest a disposizione. I ragazzi di Gearbox hanno superato le nostre più rosee aspettative, impacchettando un’avventura dalla durata eccezionale. Ben oltre le missioni che seguono la trama principale, troviamo infatti attività ricreative di ogni sorta: covi da ripulire, taglie da incassare, furiose scorribande a bordo dei veicoli armati. Solo raramente affiora lo spettro della ripetitività concettuale: le side quest di Borderlands 2 hanno tutte carattere, e sono strutturate in maniera ottimale: dimenticatevi gli eventi casuali generati con lo stampino: nonostante possa rivaleggiare in vastità e durata coi più quotati Free Roaming, Borderlands 2 è un gioiello di Level Design. Il Backtracking è sempre moderato, l’avanzamento non stanca, proprio nella misura in cui il team affila i suoi strumenti creativi e inquadra le ambientazioni ogni volta sotto una nuova luce. Il merito è anche di una riscoperta varietà delle locazioni, che ci conduce sulle terre di una Pandora integralmente rinnovata. Non mancano le prospettive desertiche che hanno fatto la fortuna del primo episodio, avvicinando il colpo d’occhio a quello di uno Weste brullo e selvaggio. Ma fin dall’inizio è chiaro che questo secondo capitolo si spinge ben oltre: si comincia infatti su distese innevate che ricordano quelle dei picchi andini, solcate degli scheletri enormi di animali estinti, ma ben presto ci si spinge a scoprire una quantità di location impressionante: pianure infestate dagli insetti, i cui nidi schifosi si stagliano come monoliti intrecciati sulle sponde di un mare di acido; complessi industriali -relitti di un’epoca gloriosa- riattivati dal nuovo impulso produttivo. Persino zone residenziali, o steppe solcate da una vegetazione bassa e invadente. E’ proprio grazie al fatto che i nostri occhi si posino su orizzonti sempre diversi che l’avanzamento risulta interessante e vivace fino alla fine. Anzi: anche oltre. Se pensate che Borderlands 2 si esaurisca una volta raggiunti gli ending credit, vi sbagliate di grosso. Talmente alta sarà la dose di adrenalina residua, che vi lancerete subito ad esplorare la modalità Hardcore. Non pensate di trovarvi di fronte ad un semplice New Game +, perchè ricominciando l’avventura vi imbatterete non soltanto in una sfida seriamente tosta, ma anche in nuove tipologie di nemici e quest inedite. Data la difficoltà a salire di livello e la potenza allucinante di certi nemici, il consiglio è quello di proiettarsi online e trovare un tris di compagni. L’operazione è indolore (veloce il matchmaking, stabile in netcode), fortemente necessaria se non volete perdere le staffe: mentre nel corso del primo Playthrough l’avventura è perfettamente godibile in solitaria, l’opzione Hardcore è pensata come una sorta di contenuto EndGame per i più determinati, ed il supporto di altri giocatori diventa spesso indispensabile. Soprattutto se si vuole affrontare il terribile Terraformer, un boss extra che non ci ha ancora dato il piacere di vedere la sua carcassa. Per il momento ci limitiamo a sottolineare l’ottimo lavoro svolto sul fronte tecnico: Borderlands 2 si presenta al meglio, con questo suo stile unico, perfetto per contestualizzare la “politica degli eccessi” del prodotto. Stiamo parlando del resto di uno dei titoli più violenti, impietosi e cinici degli ultimi anni, ma questo animo nero si scontra con il rigoglio dei colori di ogni schermata, per un effetto particolarissimo. Quell’umorismo esuberante che esplode in ogni linea di dialogo della sceneggiatura viene esaltato dai modelli che sembrano quasi disegnati, tanti sono i dettagli che li caratterizzano e tanto marcati i contorni neri che mimano il tratto manuale e i retini dei Comics. Il mare di oggetti, poster, elementi su cui si posano gli occhi ogni volta che entriamo in città è perfetto per caratterizzare un mondo travolto improvvisamente dalla crescita economica, mentre era ancora sporco e impreparato. E’ proprio il “sottofondo artistico” quello che valorizza ogni location di Borderlands 2, in un mix eccezionale di suggestioni, citazioni, colpi di testa. Stando così le cose, la mole poligonale può permettersi di restare sotto la soglia di guardia, anche per non pesare sulla fluidità dell’esperienza. Se il framerate è bello solido è anche merito di nemici e ambienti che, dovessimo metterci a contare i poligoni, non sarebbero certo al top. Ma non c’è di che lamentarsi, perchè ogni scorcio e ogni bestiaccia sono ottimamente caratterizzati da altri aspetti: l’impasto dei colori, l’originalità delle forme, la qualità delle texture. A livello sonoro il lavoro è incisivo soprattutto per quanto riguarda il doppiaggio. Come abbiamo accennato, non sempre la traduzione è al top, ma l’espressività di ogni linea di dialogo non si mette in discussione. Meno eccellente invece la selezione di brani: l’accompagnamento musicale segue i ritmi dell’azione, accendendosi in presenza di nemici per affiancare le sparatorie, ma complessivamente la colonna sonora non lascia il segno.

VOTO FINALE: 9.5

HOT SPOTS:
Un gioco così adrenalinico erano anni che non si vedeva

COLD SPOTS:
Solo se non amate gli sparatutto non apprezzerete questo gioco

Produttore: 2K Games
Sviluppatore: 2K Games
Genere: Sparatutto

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